Un anno vissuto letterariamente 2020/21

Un anno vissuto letterariamente 2020/21

Care lettrici e cari lettori, ci auguriamo siate pronti, ai blocchi di partenza, per la nuova stagione del vostro gruppo di lettura: perché non condividere, anche quest’anno, la lettura di alcuni libri, così da poterci confrontare alla fine del percorso?

 

Abbiamo chiesto a tre lettori d’eccezione di consigliarci tre titoli ciascuno, da leggere (tutti o in parte) nei prossimi mesi. Vi presentiamo i titoli e le personalità  che li hanno proposti:

 

Anna Nadotti, traduttrice, scrittrice e critica letteraria (note le sue traduzioni di Virginia Woolf, Amitav Ghosh, Antonia Susan Byatt, Anita Desai e molti altri) ci ha proposto alcuni libri da lei tradotti e uno che le sarebbe piaciuto tradurre:

  • Il ritorno, di Hisham Matar. Einaudi, 2017: “un racconto, intenso e bellissimo e, per molti versi di attualità”.
  • Autobiografia di una rivoluzionaria, di Angela Davis. Garzanti, 1975 / Minimum Fax, 2007: “testo fondamentale e anche di grande attualità”.
  • Gita al faro, di Virginia Woolf, Einaudi, 2014: “una scrittrice da leggere, rileggere e rileggere ancora”.
  • Suggerisce in alternativa: La signora Dalloway, di Virginia Woolf, Einaudi, 2012.

 

Margherita Ruo, content creator, instagrammer, bookinfluencer, per i frequentatori di Instagram meglio conosciuta come cantodellapianura, propone:

  • Moby Dick, di Herman Melville (varie edizioni): “un libro che un GdL non può NON leggere”.
  • Il caos da cui veniamo, di Tiffany McDaniel. Atlantide, 2018: “il libro sul mio comodino”.
  • Il richiamo della foresta, di Jack London (varie edizioni): “un libro da rileggere”.

 

Matteo B. Bianchi, scrittore, editor e autore radiofonico e televisivo, che si autodefinisce “spacciatore di consigli di lettura”, ci ha proposto:

  • I ragazzi della Nickel, di Colson Whitehead. Mondadori, 2019 (vincitore premio Pulitzer narrativa 2020): “interessante per affrontare il tema delle disuguaglianze sociali”.
  • Le nostre anime di notte, di Kent Haruf. NN, 2017: “un raro esempio di narrativa su un amore senile”.
  • Mi ricordo, di Joe Brainard. Lindau, 2014: “un vero classico per la cultura statunitense, che da noi è stato ignorato per decenni”.
  • Suggerisce, in alternativa: La donna che scriveva racconti, di Lucia Berlin. Bollati Boringhieri, 2016: “raccolta definitiva di una autrice morta precocemente e che, solo in seguito, si è scoperto essere una maestra del genere short-stories”.


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